Fashion Design Lab Magazine
giugno 2010 | nº 02
  Pistoia Blues Festival 2010 Matilde Moretti
 
   

Blues, ma non solo in questa edizione del Festival a Pistoia. Quando gli abitanti della piccola, placida città di Pistoia, un giorno qualunque, hanno lasciato cadere l'occhio per la prima volta sulle numerose locandine che sintetizzavano il programma del Pistoia Blues Festival di quest'anno, sicuramente si sono chiesti se agli organizzatori fosse ancora chiaro cosa sia il blues.
I primi due dei cinque giorni di concerti prevedono le esibizioni di band impegnate in soluzioni musicali che di propriamente «blues» hanno solo una remota discendenza, cervellotiche atmosfere prog-rock ed energici virtuosismi power/speedmetal.

La giornata del 14 luglio vede susseguirsi le performance di quattro band che trascinano sotto il bollente palco di Piazza del Duomo un (relativamente) discreto numero di entusiasti fan della musica più sperimentale ed intrigante.
La prima band a presentarsi sul palco, costretta ad un rapido sound-check tormentato dal caldo estivo, è la rivelazione californiana «Astra»; la band di San Diego propone un interessante progressive rock, estremamente complesso e raffinato, atmosferico, e allo stesso tempo energico: peccato per il piccolo incidente di percorso che ha costretto i tecnici alla brusca interruzione di uno show davvero entusiasmante (www.myspace.com/astrasound).

Salgono sul palco dopo la band californiana gli scozzesi North Atlantic Oscillation, un intelligente incontro di progressive rock e sonorità elettroniche, caratterizzato da un sapiente uso di cori e da un drumming eccellente, (www.myspace.com/naoband).
La folla ai piedi del palco si ingrossa vistosamente non appena inizia il check dei suoni degli attesissimi Anathema, nati come band «doom metal» ed evolutisi fino ad ottenere il loro sound attuale assolutamente alternativo. La band di Liverpool inizia lo show a serata inoltrata, proponendo una performance coinvolgente: vengono accompagnati dall'assordante entusiasmo del pubblico pezzi storici della band come «Deep», «Flying» e una «Fragile Dreams» arricchita da un assolo molto intenso.

I Porcupine Tree sono una alternative rock band britannica nata nella prima metà degli anni '80 dalle ceneri del progetto solista del frontman, Steven Wilson, un abile polistrumentista appassionato di elettronica. Il genere della band è influenzato da talmente tante sonorità da essere indefinibile; e poiché non è facile riassumere in poche righe la complessa musicalità dei cinque, basti dire che sono senza ombra di dubbio una delle più spettacolari e precise live band esistenti.

Lo show del 14 sera ne è la prova più concreta: una puntualità sui tempi incredibile (grazie alle sbalorditive prestazioni del batterista Gavin Harrison), una lista infinita di strategici effetti per le chitarre ed una pacata energia sono gli ingredienti che rendono così unica una serata come questa.
La band propone alcuni brani dall'ultimo «The Incident», come il pezzo d'apertura «Occam's Razor» e la lunga ma emozionante «Time Flies», costringe il pubblico ad un coro commosso durante la bellissima «Lazarus», entusiasma anche gli animi più rock e metal con la parte centrale della colossale «Anesthetize» e con «Blackest Eyes», e conclude in bellezza con l'immancabile «Trains».

E' assolutamente comprensibile che chi ormai da lungo tempo vive il grande Festival pistoiese come un evento musicale prettamente «blues» abbia avuto (quest'anno come negli anni scorsi) qualche difficoltà ad accettare che esponenti di generi così distanti da un punto di vista cronologico, sonoro e culturale siano stati accettati sul palco della nostra Piazza; nonostante ciò, c'è da dire che forse l'incontro con realtà sperimentali ed innovative è un'esigenza della nuova generazione.


Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori
 
Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori Colin Edwin dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori
 
Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori Steven Wilson dei Porcupine Tree | © photo: Benedetta Gori
 
Richard Vaughan degli Astra | © photo: Benedetta Gori Chris Howard dei North Atlantic Oscillation | © photo: Benedetta Gori Sam Healy dei North Atlantic Oscillation | © photo: Benedetta Gori
 
Vincent Cavanagh degli Anathema | © photo: Benedetta Gori    
 
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