 giugno 2011 | nº 04 |
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80° Pitti Immagine Uomo 2011: tutte le novità e le emozioni in mostra a Firenze PITTI UOMO 80 + W Precollection Firenze, Fortezza Da Basso + Palazzina presidenziale Stazione di Santa Maria Novella, 14-17 giugno 2011 Marco Scala |
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| 17 giugno 2011 |
Una novità di questa 80° edizione è stata il progetto della Fondazione Pitti Discovery «Vestirsi da Uomo», raffinato evento-performance allestito nella palazzina presidenziale della stazione di Santa Maria Novella dal direttore del Museo della moda "Galliera" di Parigi, Olivier Saillard, che ha fatto indossare a quattro top model d'eccezione degli anni ottanta e novanta, vere icone dell'eleganza femminile, Violeta Sanchez, Amalia Vaireli, Axel Doue, Claudia Huidobro capi d'abbigliamento maschili firmati da Cuccinelli, Boglieli, Roda, Camoshita, Church's English Shoes, Rossi, Sack, Montedoro, Cabourn, Sartorio, Piombo. Sopra collant e body neri, le quattro top model hanno indossato, con ironia e creatività, un pezzo cardine del guardaroba maschile: una camicia, una cravatta, qualche calzino, pantaloni, scarpe, una giacca. Ciò che normalmente appare una divisa da lavoro, pensiamo ad esempio proprio alla giacca maschile, in questa performance ha il potere interpretativo di farlo diventare nuovo, interessante, non scontato, pieno di charme, indossando camicie alla rovescia, trench annodati, scarpe e copri-capo. Visione colta ed intrigante della nuova eleganza maschile che Olivier Saillard coglie con grande poesia. In un mondo dove niente più ci stupisce, dove ogni trasgressione invecchia e sbiadisce velocemente, «Vestirsi da Uomo» ha avuto il potere di stupirci!
Negli anni settanta ed ottanta le foto provocatorie di Oliviero Toscani e i claims pubblicitari di Emanuele Pirella fanno da contraltare alle innovazioni teconologiche: nomi come Commodore e protagonisti come Bill Gates e Paul Allen o il «Santo Graal» dell'informatica moderna l'Apple 1 di Steve Wozniak e Steve Jobs. La libertà dei comportamenti, il poter viaggi are e scoprire mondi fino ad allora sconosciuti, il confrontarsi con gli altri paesi in particolare con gli USA, nati dal benessere dovuto alla recente industrializzazione, portano grandi trasformazioni sociali e culturali. E questi effetti hanno un'immediata ricaduta sul costume e su un capo particolarmente liberatorio come il jeans ,unisex, informale provocatori o che nel caso di Jesus ha avuto una campagna pubblicitaria che ha fatto la storia della comunicazione in Italia: «Chi mi ama mi segua» di Emanuele Pirella ed il fondoschiena seducente fotografato da Oliviero Toscani fanno parte dell'immaginario collettivo di un'intera generazione.
Sinergia di filosofia fra la collezione Crossover G-Star RAW con Jean Prouvè in collaborazione con Vitra. Anticipata ad Art Basel e proposta a Pitti la collezione di mobili di Jean Prouvè dagli anni '30 agli anni '50 vengono reinterpretati dagli specialisti del denim G-Star RAW e dal produttore svizzero Vitra. L'affinità che il team Raw ha trovato con il designer modernista francese – Jean Prouvè è nato a Parigi nel 1901 – è proprio nel suo intendere il progetto, non amore della sola forma fine a sé stessa, ma ricerca della funzione e profonda conoscenza dei materiali. Non casualmente Jean Prouvè ha iniziato il suo lavoro come artigiano, fabbro, prima di passare alla manifattura industriale.
II nuovo layout ideato da Angelo Baldini nel padiglione de La Sala delle Nazioni rompe la lunghezza dello spazio originario per imporre nuove prospettive, spazi triangolari delimitano stand a loro volta triangolari e nel mix di prodotti offerti i setti trasversali si impongono nel creare scorci affascinanti.
Dietro una parete fiorita colpisce lo stand Altea proprio perché rivoluziona il concetto di stand: su un prato verde situato su una pedana rialzata, cromie rubate alla campagna marittima colorano l'estate del brand milanese, ed in un gioco interno esterno, la lavanda e le peonie lasciano il passo alle sughere ed alle melograne per una casetta nel bosco all'esterno del padiglione dove ci accolgono con frutta rinfrescante. E subito pensi alla Maremma e senti sulla pelle il maestrale.
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