Fashion Design Lab Magazine
ottobre 2008 | nº 00
  Ritorno in Cina mezzo secolo dopo - 1a parte Renato Risaliti
 
   

Renato Risaliti (nato ad Agliana, Pistoia, il 20. 5. 1935; vive a Pistoia) è professore ordinario di Storia dell'Europa orientale all'Università di Firenze.

Nel campo storico è autore di numerose opere tra cui: Togliatti fra Gramsci e Necaev (Omnia Minima Editrice, Prato, 1995), Gli Slavi e l'Italia Cirvi, Moncalieri, 1996) e Storia della Russia. Dalle origini all'Ottocento (Bruno Mondadori, Milano, 2005).

È inoltre autore di saggi di argomento letterario fra i quali M.A. Bulgakov (Lito- Offset Felici, Pisa, 1972) e Storia del teatro russo Toscana Nuova, Firenze, 1998-1999).
Sono ritornato in Cina mezzo secolo dopo e l'ho trovata trasformata, tanto trasformata da riceverne uno shock che continua una settimana dopo il rientro in Italia.
Innanzi tutto perché ho trovato assai modificata la capitale Pechino.
Cinquanta anni fa erano passati dieci anni dalla proclamazione della Cina Popolare. Pechino manteneva ancora il carattere di una città fatta di case al massimo di due piani attorno alla "città proibita", cioè i palazzi imperiali. Nella vecchia Cina, l'Impero di Mezzo, come si faceva chiamare, nessun palazzo, nessuna casa poteva superare l'altezza dei palazzi della città proibita. La pena era per i trasgressori, la pena massima. Nessuno poteva pensare di superare il "figlio del cielo"!

Al contrario ho trovato una capitale molto diversa: tanti grattacieli, viali larghi, con un traffico intensissimo, mentre cinquanta anni fa le strade erano semivuote di veicoli.
Ho trovato poi negozi scintillanti e colmi di merce di ogni genere.
Un tempo la stessa capitale era scarsamente illuminata, mentre ora l'ho trovata abbagliante, colma di luci al neon, ovunque annunci pubblicitari illuminati sfarzosamente.
L'aeroporto di Pechino, anche per le linee interne per Xi'an, la città dove sono stati ritrovati gli eserciti di terracotta, era di ottimo livello.
I nostri alberghi ovunque eccellenti.
La struttura turistica, non solo di Pechino, ma anche di una città interna come Xi'an, è superiore alla nostra. Le stesse guide parlano un ottimo italiano; i prezzi di tutte le merci che ho acquistato sono imbattibili. La cortesia cinese ovunque è perfetta.

Sono stato a Shanghai, che oramai, secondo me, ha superato New York, da ogni punto di vista. Darò alcune cifre: la città oggi conta 19 milioni di abitanti, come la capitale Pechino. Però la città più popolosa è Chongqing che ha la bellezza di 31 milioni di abitanti! Queste tre città assieme a Tientsin hanno un sindaco (governatore) nominato direttamente dal governo centrale.
Arrivati all'aeroporto di Shanghai per giungere in centro con un autobus ci abbiamo impiegato ben cinque ore. Il traffico era quanto mai intenso e a nastro continuo.
Quando siamo arrivati verso la parte centrale abbiamo visto viadotti a ben quattro piani tutti fortemente frequentati dalle macchine.
Circa cinquanta anni fa (1960) a Shnaghai c'erano quattro o cinque grattacieli, oggi ce ne sono quattromila! Ogni ora si gettano le fondamenta di un nuovo grattacielo. Le linee del metrò sono otto, se ne costruiscono altre cinque in previsione dell'Esposizione mondiale del 2010, quando la città avrà 21 milioni di abitanti.
E' stata messa in esercizio una linea ferroviaria in cui ogni quarto d'ora parte un treno a trazione magnetica che va alla velocità di 420 km orari creando grossi problemi alle case di abitazione che si trovano ai lati della ferrovia…In sostanza New York impallidisce rispetto allo sviluppo di Shanghai che ha anche una vita notturna molto intensa.
Le varie guide cinesi, che si sono alternate nelle varie città (Pechino e Xi'an) hanno messo in risalto la differenza che esiste fra lo sviluppo delle città e delle campagne, che avrebbe un crescendo man mano che si procede verso occidente (Tibet e Xinjiang), zone abitate da popolazioni di altra etnia rispetto alla etnia hau (cinese) e che per giunta professano il buddismo lamaista nel Tibet, e l'islam fra le popolazioni di etnia turca dello Xinjiang.
Questi popoli rappresentano circa il 7% della popolazione complessiva.

Facendo un paragone coi paesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) in cui sono stato, non mi pare che le differenze fra città e campagna in Cina siano superiori ai paesi che ho citato, anzi mi paiono molto inferiori. Intanto perché ho visto ovunque una grande abbondanza di frutta, carne (pollo, pesce e suini) e pane, segno che la produzione delle campagne fa fronte efficacemente al crescente tenore di vita delle città.


Ritorno in Cina mezzo secolo dopo Ritorno in Cina mezzo secolo dopo Ritorno in Cina mezzo secolo dopo
 
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